Louis Vuitton: da falegname a luxury brand. Proprio così, come la gran parte dei brand iconici, il marchio LV nasce “dal nulla”.
Anzi, dal nulla no: nasce da un minuscolo villaggio della Borgogna, dove Louis Vuitton rimane orfano della madre a soli 10 anni e, poco dopo, anche del padre. A 13 anni intraprende il “viaggio della speranza” verso Parigi, a piedi. Non abbiamo molte informazioni su questo viaggio, se non la durata (2 anni) e l’immenso quantitativo di lavoretti che Louis faceva per guadagnare ciò che bastava per avere qualcosa da mangiare: falegname, calzolaio, facchino…
Dal villaggio a Parigi
A sedici anni riesce a farsi assumere dal più noto fabbricante di valigeria, Monsieur Marechal, interfacciandosi con i clienti più raffinati, tra alta borghesia e nuova nobiltà. Qui, il giovanissimo Louis Vuitton inizia a maneggiare pellami e strumenti del mestiere, aggiungendo ai prodotti idee e sentimento.
Grazie alla sua vocazione e al suo talento, Louis diviene ben presto il favorito della moglie di Napoleone III, imperatore dal 1852, Eugenia de Montijo, che desidera solo bauli costruiti dalle sue mani.
Sarà grazie alla figura dell’imperatrice Eugenia che Louis Vuitton riesce ad introdursi nell’aristocrazia parigina e ad ottenere i fondi finanziari per avviare la sua attività.
I primi atelier
È il 1854 e la Louis Vuitton vede la prima alba su Rue des Capucines, nel frattempo l’omonimo fondatore, ormai trentatreenne, si sposa con la giovane Clemence-Emilie Parriaux.
Nel 1858, il giro d’affari è talmente cresciuto che la produzione si sposta nel villaggio di Asnières sur Seine. La prima sede fuori Parigi, inaugurata da lui stesso, è quella al 289 di Oxford Street a Londra, siamo nel 1885.
La fine di LV, l’inizio di un impero
Vuitton muore nel 1892 prima del volgere del secolo, lasciando al figlio e, senza saperlo, ai nipoti, un’eredità che continua a stratificarsi, toccando tematiche e ambiti di interesse che superano la manifattura di accessori e abbigliamento. La Steamer Bag, la Speedy, la Keepall, Alma, edizione speciale solo per l’amica Gabrielle Chanel, poi tra le più amate dalle star e dal jet set, non sono solo borse, sono pagine di cultura parallela a quella ufficiale; l’architettura, il design, la nautica, l’arte stessa: ciò che si articola sotto le iniziali LV, in tutto, è la perfetta continuazione di quel viaggio a piedi intrapreso da un bambino che, solo, guardava al futuro come a una terra promessa.