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Tsantsa: il macabro rito delle teste umane

by Antichità Massara

Tsantsa: il macabro rito delle teste umane continua ad affascinare (ed intimidire). Ma andiamo per punti. Cosa sono le tsantsa? Le tsantsa, anche dette teste rimpicciolite, sono teste umane preparate in modo particolare, utilizzate a scopo rituale, commerciale oppure esibite come trofei. Vedremo più avanti, nel dettaglio, il procedimento.

Dove tutto ha inizio

Ci troviamo principalmente nel bacino del Rio delle Amazzoni, nella Melanesia e ovunque si cerchi di replicare questa macabra pratica. In Amazzonia i soli popoli noti per preparare le tsantsa sono gli Shuar dell’Ecuador e del Perù.

Chi sono gli Shuar?

Con questo termine ci si riferisce ad una tribù indigena ubicata nella parte meridionale della foresta Amazzonica, nella zona dell’Ecuador e di una parte del Perù. Una tribù molto più che autosufficiente e che non solo è sopravvissuta ai tentativi di dominio dell’impero Inca, ma anche all’arrivo dei conquistadores. Attualmente si trovano a combattere contro l’espansione delle multinazionali.

La preparazione delle Tsantsa

Il rituale era eseguito da un guerriero che aveva dato prova di coraggio: la scelta del “boia” era molto importante poichè tagliare la testa del nemico era simbolicamente la fine della guerra!
Dopo la morte del malcapitato nemico, il guerriero separava il cranio dalla pelle, rimuoveva occhi e cervello. Per poi, dopo un’accurata pulizia, ricucire il tutto, con all’interno una roccia. 
A questo punto, la testa veniva bollita con erbe aromatiche. Attenzione, non parliamo di una ricetta, ma di un serio e profondo rituale spirituale che avveniva in un luogo segreto all’interno della foresta. 
Dopo alcune settimane, la roccia veniva sostituita con una ancora più piccola. Infine, la testa veniva tinta con il carbone. 
 
Gli tsantsa suscitarono un grandissimo interesse negli antropologi e nei collezionisti, arrivando a creare un vero e proprio mercato nero di teste rimpicciolite. La richiesta degli occidentali fu tale che gli Shuar erano disposti ad uccidersi a vicenda pur di soddisfare la domanda. Inizialmente gli Shuar domandavano, in cambio di una tsantsa, armi da fuoco (un’arma per una testa). Con il trascorrere del tempo gli indigeni smisero di chiedere oggetti in cambio delle teste rimpicciolite a favore del denaro.
 

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